29/07/09






Il ministro Sacconi e il conflitto di interessi suino


Già in un precedente articolo erano stati avanzati dubbi riguardo una reale necessità sanitaria a ricorrere al vaccino contro la così detta influenza suina http://susannaambivero.blogspot.com/2009/07/i-dubbi-dellinfluenza-suina.html

Da tutte le parti si sollevano dubbi circa chi sarà il reale beneficiario di questa manovra, insinuando con sempre più forza che saranno solo le case farmaceutiche ed affini a trarne profitto e non certo la salute pubblica. Oggi possiamo aggiungere un altro tassello a tutte le informazioni di cui disponiamo per farci un opinione nostra in merito.



Maurizio Sacconi è già avvezzo alle polemiche. Marco Biagi, il consulente del governo ucciso dalle BR, poco prima di venir ucciso aveva indirizzato a lui la richiesta di ricevere una “scorta adeguata”. Richiesta rifiutata e poi sviluppatasi nel tragico evento.

Adesso torna ad essere protagonista di un altra vicenda di attualità. E si, perché il ministro ha per consorte la signora Enrica Giorgietti, dirigente di Farmindustria.

Il ministro della salute e una dirigente di una delle più importanti industrie farmaceutiche all'interno dello stesso stato di famiglia già potrebbe rappresentare un motivo per dubitare dell'assoluta impossibilità che gli interessi di una parte si riflettano sulle decisioni dell'altra.



La vicenda in questione ha inizio il 22 luglio quando il ministro Sacconi annuncia un piano di vaccinazioni a seguito della ipotetica, probabile diffusione del virus A/H1N1, conosciuto come virus dell'influenza suina.

Il business della vendita dei vaccini appare subito evidente; il ministro propone di vaccinare 15 milioni e mezzo di italiani con un ciclo vaccinale che prevede la somministrazione di due dosi separate di vaccino. Ci sarebbe poi da garantire sempre una scorta adeguata del farmaco negli ospedali, viene perciò proposto l'acquisto di 48 milioni di dosi di vaccino.

Gli esperti già mettono in guardia il ministro nei confronti di una decisione che potrebbe essere troppo affrettata in quanto il virus, prima di colpire l'Italia, potrebbe mutare rendendo l'attuale vaccino inefficace.

La vicenda diviene ancora più conflittuale quando il ministro designa l'azienda in cui lavora la sua consorte per fornire l'Italia di questa gran quantità di costosissimi vaccini … eppure il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano definisce l'assunzione di questo vaccino come “non un grande affare” per i cittadini ma sicuramente “un enorme affare” per Farmindustria.



Se non è conflittuale questo per una persona che dovrebbe avere come unico scopo gli interessi e la salute dei cittadini... ???



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