24/07/09






Bertolaso, ma quanto ci costi?

Bertolaso è il capo del dipartimento per la protezione civile italiana, ruolo che ricopre dal 2001. E' infatti stato nominato quasi contemporaneamente all'insediamento di Silvio Berlusconi come presidente del consiglio. Ricopre lo stesso incarico, perciò, da otto ininterrotti anni.
E' cosa singolare che proprio nel settembre 2001, per decreto, l'agenzia che sovraintendeva la protezione civile è stata cancellata e questa è diventata un dipartimento dipendente direttamente dalla presidenza del consiglio.

Il ruolo di Guido Bertolaso all'interno delle istituzioni è, per molti versi, il sogno di molti dirigenti d'azienda: le decisioni prese non vengono messe in discussione da nessuno, grazie a leggi speciali la burocrazia che appesantisce qualsiasi altra iniziativa per lui scompare, i fondi per il finanziamento delle opere da lui decise sono pressoché illimitati.

Ma come?
Non è così che all'interno di un azienda sana si spronano i propri dirigenti a fare del loro meglio!

Analizziamo i fatti:
  • è da tener conto che le decisioni prese non sono delle proposte ma delle ordinanze. L'ordinanza è un ordine imperativo, un arma che può essere utilizzata per qualsiasi fine; per far costruire infrastrutture, strade, case, alberghi, inceneritori e chissà quanto ancora
  • gli appalti che deve affidare sono tutti a trattativa privata, non deve perciò sottostare alle regole che valgono per altri enti statali e nessuno può mantenere uno stretto controllo sulle scelte di affidamento fatte per gli appalti
  • Bertolaso può decidere se e quanti consulenti e/o collaboratori assumere, scegliendo liberamente se il loro contratto deve essere a progetto, a tempo determinato o indeterminato. Tutto ovviamente senza l'obbligo di passare attraverso i noiosissimi e lentissimi concorsi pubblici
  • per fare qualsiasi cosa la protezione civile opera in deroga alle normi vigenti
  • nelle ordinanze sovente non è determinato il tetto massimo per le spese, questo vuol dire soldi a richiesta, tanti e subito

E' quasi come detenere il potere assoluto.

Si potrà obiettare che il suo intervento viene invocato solo in situazioni di calamità ma a ben guardare non è esattamente così.

Innanzitutto va notato che proprio in virtù dell'ipotetica emergenza a cui le sue azioni devono rispondere, l'ente non è tenuto ad ottenere per forza risultati positivi anche se le risorse umane e finanziarie impiegate possono raggiungere livelli molto ragguardevoli. Inoltre nel decreto del settembre 2001, lo stesso sopra nominato che ha trasformato l'agenzia in dipartimento della Presidenza del Consiglio, all'articolo 5 bis comma 5 si sancisce che il potere di ordinanza si estende “alla dichiarazione di grandi eventi anche diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di emergenza”.
In pratica la protezione civile non agisce più solo in conseguenza a terremoti, alluvioni, smottamenti o altre calamità naturali, ora può entrare in gioco anche quando avvengono meeting religiosi, eventi sportivi, viaggi pastorali, carenze idriche, emergenze traffico, degrado dei beni culturali, pericoli legati all'immigrazione, al terrorismo islamico, vertici internazionali e grandi eventi come il G8, anche se già pianificati da lungo tempo.
In questa maniera le ordinanze possono dunque anche prevedere la militarizzazione di alcuni territori così come è avvenuto per le discariche campane e come potrebbe avvenire per i siti nucleari in un immediato futuro.

Preoccupa molto dirlo ma in questa maniera il settore più sacrificato risulta essere quello deputato alla prevenzione delle catastrofi, lo scopo principe per cui è nata la protezione civile: salvare vite umane.

Proprio questo aspetto aveva sottolineato Roberto De Marco subito dopo la promulgazione del decreto. De Marco è uno tra i massimi esperti italiani di terremoto ed allora ricopriva la carica di direttore del servizio sismico nazionale. Dopo aver mosso queste critiche pubblicamente è stato rimosso immediatamente dall'incarico.

Da quando Guido Bertolaso è stato nominato capo del dipartimento per la protezione civile italiana, sono state varate 600 ordinanze emergenziali.
Per nostra fortuna il nostro suolo non ha visto così tante emergenze naturali altrimenti avremo dovuto assistere a una calamità ogni 5 giorni !
A questo aspetto è da aggiungere che da nessuna parte si può ricavare con esattezza quanto siano costate a noi cittadini tutte e 600 le ordinanze dato che nessun ufficio ha il compito di tenere questi conti. In merito si può solo azzardare una stima basandosi sui dati che si riesce a reperire.
La cifra che sembra risultare è di circa 10,6 miliardi di euro spesi durante “l'era Bertolaso”.
Fatti quattro conti in questo periodo di crisi non c'è persona in Italia che può permettersi di non invidiare il potere che quest'uomo, senza troppo rumore, detiene da molto tempo.

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